La sconfitta dell'eroe, la presa di coscienza dolorosa e ineluttabile di un sistema corrotto e marcio, impossibile da accettare.
Questa potrebbe essere, in due parole, la definizione di un altro capolavoro supremo nella Golden Age zagoriana, scritto nuovamente da Guido Nolitta per le matite del terzo moschettiere dell'epoca (gli altri erano naturalmente Gallieno Ferri e Franco Bignotti), Frank Donatelli.
La trama:
in una cittadina della Frontiera Americana, l'ubriaco Billy Boy Kirby, rampollo del boss del paese, uccide per puro diletto una giovane sposa indiana, compagna di Wakopa, un capo Osages che non intende far rimanere impunito l'odioso crimine. Per scongiurare una guerra indiana, Zagor cerca di catturare il ragazzo per trascinarlo davanti a un tribunale di bianchi, onde dimostrare al pellerossa che la Legge è uguale per tutti.
Le cose, purtroppo, non stanno così.
Che altro dire su questa storia? Forse che non è stata ristampata in volume ottomila volte perché non disegnata da Ferri? È una cosa che, francamente, dispiace a tutti gli amanti del Re di Darkwood e del fumetto in generale.
Ci si commuove per il dolore delle vittime, ci si entusiasma per il coraggio indomito dell'eroe in casacca rossa e ci si indigna per il tragico finale.
In cima alle storie di sempre prodotte nel nostro paese.
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