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venerdì 11 ottobre 2019

I fumetti del venerdì: Zagor - Il Re delle Aquile.

Buongiorno.
Da che la Bonelli si è messa a produrre da sé brossurati e cartonati ripresentando al pubblico alcune classiche storie dei propri eroi a fumetti (prima era appannaggio quasi esclusivo della Mondadori), ci siamo ritrovati con una massiccia ondata di ristampe di storie da noi tanto amate. 
È il caso di questa vicenda zagoriana in due tappe, entrambe raccontate da Guido Nolitta e Gallieno Ferri, uscita una nell'ormai lontano 1971 con la collana Zenith n° 118, e l'altra, se vogliamo il suo sequel, giunto nelle edicole con il numero 220 nell'estate del 1979.

Le vicende narrano dello scontro tra il Re di Darkwood e uno strano bandito mascherato da aquila, che riesce a comandare proprio su questi rapaci, apparentemente per scopi di rapina: le cose stanno però assai diversamente!
Nell'altra, Ben Stevens, il Re delle Aquile, si spinge oltre ogni limite imposto dalla fisica e dalla natura per cercare la sua vendetta.

Il classico "Re delle Aquile", già uscito in cartonato per la Mondadori a inizio secolo, viene considerato da molti, giustamente, come facente parte della cosiddetta "Golden Age Zagoriana", quella parte di collana, cioè, che in una decina di anni (principalmente tutti i seventies) riuscì mese dopo mese a sfornare una storia migliore dell'altra.
A mio modestissimo avviso questo "Re delle aquile" non rivaleggia con splendori assoluti come "Zagor contro il vampiro",  "Oceano", "Libertà o morte" o "Il giorno della giustizia", tanto per citare i primi che mi vengono in mente, ma di certo si tratta di una bellissima lettura da tenere assolutamente nella vostra libreria.
La seconda storia del volume, oggi difficilmente digeribile da un pubblico tanto sprezzante e smaliziato, vede diverse sequenze assai macabre, ed espedienti non riproducibili, come il Cico prigioniero che si ritrova un pugnale in tasca proprio quando serve, avendo dimostrato a più riprese, nel corso degli episodi precedenti, di non averne mai posseduto uno! Ma era il bello di quegli anni: tanto ritmo e poche pippe mentali.

Chiudo con una speranza: che la casa editrice si decida, finalmente, a ristampare anche quelle storie bellissime non disegnate esclusivamente da Ferri, come "Zombi"o "Libertà o morte" (una di Franco Bignotti l'altra di Frank Donatelli) o scritte da altri sceneggiatori: magari “Il ritorno del vampiro" di Alfredo Castelli.
Sarebbe bello.

6 commenti:

  1. Salve! Sto usando Firefox... e finalmente posso commentare. Mi piace anche come interfaccia. Dunque, devo procurarmi (come ti ho detto) questo "il Re delle Aquile" e sì, sarebbe bello che ci fossero ristampe degli altri fumetti che hai citato. Avevo "il ritorno del vampiro" originale, comprato all'epoca, ma temo sia andato perduto nel trasloco, perché non lo trovo più. O forse riuscirà fuori da qualche scatolone...
    Ottima la disanima sugli espedienti che non si potrebbero più usare ai giorni nostri. Credo che i primi a non volerli usare più siano proprio gli autori: sono convinto che nemmeno noi due lo faremmo. Come dici tu, erano altri tempi.

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    1. Non è che ti riferisci a un ritorno del vampiro di 20 anni fa? Quello che dico io è del 1981! Bellissimo.

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    2. Hai ragione, porca miseria!!!
      Il ritorno è quello che dici tu, lo conosco... mi confondevo con una versione successiva, un fumetto dignitosissimo a mio avviso, ma non al livello di quello di cui parli tu.

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    3. Esattissimo, avrebbe esclamato la buonanima di Lino Toffolo.

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  2. Certo che non ristampare Zombi o Libertà o Morte è un vero delitto.

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