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martedì 14 gennaio 2020

Il libro del giorno: I ragazzi venuti dal Brasile.

Lo scorso martedì ho parlato di Richard Matheson, grandissimo scrittore in grado di produrre sceneggiature, romanzi, racconti sempre ampiamente sopra la media. Quest'oggi scriverò di Ira Levin, altro dei miei preferiti, in grado di scardinare le coscienze del lettore con una manciata solamente di pagine.
Oggi parlerò de "I ragazzi venuti dal Brasile" (1976).

Trama:
diversi anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, l'anziano cacciatore di nazisti Lieberman si mette sulle tracce del folle criminale e medico Josef Mengele (realmente esistito), al lavoro su un progetto che definire folle e terrificante è poco: egli, infatti, sta clonando dei ragazzini affinché nascano e crescano nelle condizioni politico/economiche identiche alla figura che dovranno emulare:
quella di Adolf Hitler.

Solamente l'idea è geniale, eppure lo svolgimento lo è ancor di più: teso, lucido, appassionante, folle. Si può scrivere una cosa così in poco più di 300 pagine?
Compratelo e lo saprete.
Nel 1978 Franklin Schaffner ne adatterà una versione per lo schermo (niente male davvero) con Gregory Peck nei panni del medico nazista e Laurence Oliver in quelli del cacciatore. Curiosamente, qualche anno prima, il grande attore britannico aveva invertito i ruoli recitando nei panni di Mengele nell'altro capolavoro sul tema intitolato "Il maratoneta" (1976).


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