Adoro questo film di Steven Spielberg uscito nel 1975.
Mi piacciono tutte le pellicole sugli squali, a eccezione di quelle della Asylum.
Nella foto la riproduzione meccanica del pescecane (ve ne sono 3 versioni diverse, utilizzate nella pellicola) viene portata sul set, che all'epoca era puro oceano.
A differenza di quel che si racconta, non fu un'idea di Spielberg (né degli sceneggiatori) caricare di suspence la trama evitando di far vedere il pesce a inizio film, ma solamente un fatto tecnico: la sceneggiatura prevedeva, infatti, con tanto di storyboard già realizzato, che la prima ragazza sbranata, proprio dopo i titoli di testa, venisse azzannata alle gambe con il muso della bestia che saliva dall'alto, ben visibile, ma questo tipo di scena non poté realizzarsi a causa della rottura del primo squalo meccanico, quello più lungo e strutturato. Il regista usò in seguito solamente le restanti due riproduzioni.
Il film si basa sul romanzo di Peter Benchley, che fa anche una comparsata nelle vesti del reporter in spiaggia, romanzo che mostra molte differenze con il girato: libro sufficiente e nulla di più, a differenza del capolavoro realizzato dalla Universal.
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