Alla famosa domanda su quale fumetto porterei con me su di un'isola deserta (ma perché uno solo?) la risposta sarebbe senza dubbio questa: "Zagor contro il vampiro"!
La trama:
chiamato in soccorso dal suo amico Bob, che ha il giovane figlio Albert per la prima volta a capo di una spedizione nel selvaggio West, Zagor e Cico si fingono semplici viaggiatori per accompagnare in incognito il giovane alla volta di Ocean City, meta finale del viaggio. Durante la marcia, però, una serie di nefaste disavventure rendono il viaggio un vero e proprio incubo: sparizioni, morti misteriose e aggressioni indiane portano lentamente lo Spirito con la Scure e i suoi compagni di viaggio a scoprire ciò che realmente si annida in uno dei carri prima, e nella nuova abitazione del barone Rakosi poi.
Un vampiro!
Ah, i tempi in cui c'era ancora il sense of wonder! Il viaggio (non solo a bordo dei carri, ma metaforico) che accompagna Zagor, Cico e Albert Parkman viene effettuato con il solito ritmo ipnotico e godibile di Guido Nolitta; l'orore si insinua lentamente, subdolo e letale, fino a una serrata lotta per la sopravvivenza tipica di quegli splendidi film horror della Hammer ai quali questa storia certamente si ispira: i disegni di Gallieno Ferri sono probabilmente all'apice della sua carriera, e la sceneggiatura è semplicemente fantastica.
Ingenua, macchiettistica, datata? Forse. Io userei un'altra parola: capolavoro.
Il fumetto che mi ha spinto a fare fumetti.
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