Italia, fine anni settanta.
Le edizioni Cepim, futura Sergio Bonelli Editore, la più grande casa editrice di fumetti nostrana, può ancora permettersi un fumetto mensile gestito da tre sole persone.
I fratelli Missaglia (uno, Ennio, ai testi e uno, Vladimiro -detto Miro- ai disegni e alle copertine) e un altro, Ivo Pavone, che affianca Vladimiro Missaglia per le tavole mensili.
all'epoca, con un Tex folgorante, un Mister No eccezionale e uno Zagor ancora all'altezza, Judas viene considerato più o meno come l'ultima ruota del carro, chiudendo presto i battenti (16 numeri in totale) anche a causa delle scarse vendite dell'epoca (oggi, probabilmente, con quei numeri si stapperebbero bottiglie di champagne). Ma di cosa trattava, Judas?
Judas, nato Alan Scott, è un ex bandito che a causa delle sue azioni da traditore origina la morte della moglie, decidendo in seguito a questo fatto di saltare la barricata e divenire un agente Pinkerton e combattere i criminali con odio e ferocia.
Oggi un Judas non potrebbe mai starci nella casa editrice di via Buonarroti: Scott odia, colpisce le donne, spara a sangue freddo, è cinico e bastardo. Lo si può detestare, ma è comunque dotato di personalità e carattere.
Tutte cose, ahimè, che latitano da diverso tempo nelle edicole e nelle fumetterie italiche.
L'impianto delle sue storie è classico ma incalzante, lucido e spietato: i comprimari di Judas sono tutti quanti peggio di lui, la sua incapacità di stare al mondo si evince facilmente da un fatto acclarato: nessuno si fida di lui! I banditi lo considerano un traditore, la Legge un ex fuorilegge dal quale continuare a guardarsi. Non ha un posto nella società, lui.
Ma allora era proprio un capolavoro di serie a fumetti? Macché. Non aveva, però, i difetti cronici che si respirano su diversi personaggi storici o appena sfornati, osava con un personaggio davvero interessante.
Poi, ovvio, la mole di lavoro per tre onesti mestieranti (inteso come pregio e non come disprezzo) facevano sì che non sempre gli episodi fossero disegnati o scritti senza tirare un po' via...
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