Italo Calvino, grazie alla capacità e alla qualità della sua scrittura, è arrivato a molti. Difficile, tuttavia, raccontare o - peggio - spiegare - la sua letteratura.
Questo romanzo (?) del 1972 non fa eccezione.
La trama:
Marco Polo, in visita all'imperatore tartaro Kublai Khan, racconta delle città che ha visitato...
Queste città, in realtà, non esistono: sono sogni, immagini e pensieri formulati con uno schema a cornice dallo scrittore cubano (solo di nascita) in grado di affabulare, accarezzare e guidare il lettore lungo questo sinuoso viaggio immaginifico e visionario, al termine del quale non c'è nessuno ad aspettarti, se non il ricominciare.
Per i libri e i romanzi si possono spendere parecchi aggettivi... io, però, ne uso uno mai sperimentato prima, personalmente parlando, proprio per questo: rilassante.
Leggere "Le città invisibili" è stato piacevole, istruttivo e molto, molto rilassante.
Quando sono finite, ve ne sono 55 in tutto, ci sono rimasto male.
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