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venerdì 15 maggio 2020

Il fumetto del venerdì: Sangue Kiowa!

Ovvero: Winter Snake è siculo/toscano!
Sono infatti lo sceneggiatore senese Jacopo Rauch e il disegnatore siciliano Joevito Nuccio a riportare l'indomito capo dei Kiowa, appunto, Winter Snake sulle pagine di Zagor.

La trama!
Di ritorno da  un incontro tra capi indiani ed esponenti "bianchi", sia politici che militari, Winter Snake aggredisce nottetempo il senatore Blake, in preda a una furia difficile da inquadrare.
Toccherà a Zagor, ormai amico fidato dell'indiano, chiarire tutta la faccenda.

Cominciamo col dire che si tratta davvero di un breve episodio (non arriva all'albo e mezzo), ma com'è nelle corde di Rauch l'azione è scoppiettante e i dialoghi mai banali.
Non è facile, per me, analizzare questo episodio: primo perché non amo particolarmente recensioni e recensori, secondo - e ben più importante - è il fatto di essere amico di entrambi gli autori (Joevito, addirittura, da prima che esordisse su Zagor!)... si corrono sovente due rischi: piaggeria o ipercriticità.
La piaggeria è quella cosa che ti porta a parlar bene di qualcuno solo per secondi fini (appunto potrebbe essere l'affetto!) l'ipercriticità, invece, ti conduce sul sentiero opposto e  diventi un criticone solo per dimostrare a qualcuno che sei super partes e inchioderesti  alle sue responsabilità persino tua madre!
Vabbè, ormai mi tocca.
Da principio Rauch mi sorprende con le mosse di Winter Snake, e la Bonelli non riesce a sorprendermi da parecchio tempo: mi procura piacevoli ore di lettura, intendiamoci, ma non riesce a stupirmi. Invece Jacopo mi ha fregato! Anche la scelta di un racconto così breve è azzeccata, per conto mio: temevo l'effetto "amichetti che non litigano mai", sempre in agguato. C'è da dire che io, personalmente parlando, avrei lasciato il Kiowa degli albori: onesto e "giusto" ma letale avversario.
Le cose sono andate diversamente e gli sceneggiatori della serie non hanno molte carte nel mazzo da cui pescare.
Bene così.
Rauch ha scritto una bellissima, recente storia per Tex, e la  spassosa nuova collana a striscia per i disegni di Della Monica / Di Vitto (collana Scure), possiede talento: i suoi dialoghi sono serrati, calibrati, Zagor ha grinta e determinazione. È un autore che cerca, si informa, studia e recepisce quel che avviene attorno a lui.
Poi Nuccio.
D'accordo, chiunque può disegnare: si possiede un po' di talento, lo si nutre con studio e abnegazione ed eccolo lì. Ce ne sono tanti, di artisti dotati.
Joevito ha qualcosina in più: disegna bene come tanti suoi colleghi, non serve questo mio post per ricordarlo, ma ha la caratteristica, questa sì, rara, di inquadrare immediatamente il personaggio che andrà a disegnare.
Guardate lo Spirito con la Scure: è un clone di Ferri? No. È Zagor? Indubbiamente.
La stessa cosa gli riesce subito con Winter Snake, uno dei comprimari più amati della saga (chi non conosce la Marcia della disperazione faccia ammenda dietro la lavagna, please). Appena appare è già lui. Azzeccatissimo dalla prima pennellata, e sono certo vi fossero decine e decine di fanatic... ehm, volevo dire di pacati appassionati pronti a rinfacciargli la scarsa aderenza con l'originale tratteggiato da Ferri e da Bignotti negli anni settanta; invece no! Quello è Winter Snake, non vi sono dubbi.
Quando realizzò la cover per i 25 anni del mio Ironsword (e sì, ho avuto questo onore), centrò immediatamente lo spirito della Grande Morte Bianca: non lo aveva mai disegnato, letto pochissimo... eppure eccolo là, qualche prova e Ironsword è subito lui.
«Ma è Ironsword!» gridarono infatti entusiasti gli amici che ammirarono per primi la cover per la trilogia.
Questo, in fondo, credo sia Joevito Nuccio: uno che disegna benissimo ma che riesce a non riprodurre, come una fotocopiatrice sgangherata, quel che gli si chiede o - peggio - a replicare stancamente il personaggio di qualcun altro; Nuccio gli afferra la personalità, l'anima, e la porta su carta.
Date fondo alla vostra memoria e scrivete nei commenti quanti disegnatori che conoscete sono altrettanto capaci.

Non fidatevi troppo delle mie parole, però: comprate l'albo della Sergio Bonelli Editore e giudicate da soli se ho scritto un sacco di fanfaronate.
In fondo sono amici miei.
P. s.
La copertina è opera di Alessandro Piccinelli, altro autore mica da ridere, eh?

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