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mercoledì 23 febbraio 2022

Libro del giorno: Siamo tutti Boris

 

Scritto da Gianluca Cherubini e Marco Ercole, per la Bibliotheka Edizioni, il libro verte su... indovinate un po'? La serie italiana andata in onda per 3 stagioni (più un film) intitolata "Boris".
 
Conoscete tutti Boris, non è così? Serie comica che narra la vicenda di una troupe di cialtroni che lavora con attori agghiaccianti per una fiction merdosa! Ecco, il libro sviscera tutto, ma proprio tutto quel che c'è da sapere su questo capolavoro di fiction.
 
Davvero, non mi dilungherò eccessivamente su Boris perché se non lo conoscete siete persone piene di problemi, limitandomi a curiosare un po' sul libro: Cherubini ed Ercole non sono nuovi a operazioni di questo genere, hanno scritto altri volumi su cult del cinema comico nostrano, mostrando evidenti doti narrative e di costruzione di libri sull'argomento; in questo caso, forse, il problema risiede proprio nel fatto che i due sono molto, ma molto fanatici della serie tv, non riuscendo a tenere a bada una certa incontinenza di superlativi e smancerosi complimenti nei confronti di tutto ciò che trattano nell'occasione: non si contano le volte in cui utilizzano la parola "geniale", "capolavoro" e "perfezione" in quello che è senza ombra di dubbio uno dei migliori prodotti mai realizzati per il nostro Paese, ma che non è immune da difetti o critiche (si veda a mio avviso la terza stagione non certo all'altezza delle precedenti). Insomma male non avrebbe fatto una critica più distaccata e obiettiva, che potesse gettare una luce maggiormente approfondita anche per quei pochi che non conoscessero la serie tv!
Le varie interviste non sono particolarmente lunghe o approfondite, anche e soprattutto per via del fatto che il volume è stato realizzato ancora, purtroppo, in piena crisi pandemica, ma in grado comunque di appagare diverse curiosità attorno alla lavorazione di Boris; toccante, per ultima, la sezione dedicata ai ricordi per Mattia Torre da parte di amici e colleghi, uno dei creatori della serie, purtroppo prematuramente scomparso nel 2019.  
Per concludere, insomma, questo libro ha principalmente un pregio e principalmente un difetto: il pregio è di essere scritto da due veri fans di Boris, lo si vede e si capisce come questo trasporto sia sincero.
Il difetto maggiore sta nel fatto di essere scritto da due veri fans di Boris...
 
  
 

mercoledì 9 febbraio 2022

I fumetti (in ritardo o in anticipo?) del venerdì: Jesus!

 

Più o meno dagli stessi autori del crepuscolare "Judas", i fratelli Missaglia (Vladimiro, disegnatore ed Ennio, sceneggiatore) alle prese con un altro western, sempre originale nei suoi protagonisti: stavolta narra le vicende di un bianco cresciuto dagli indiani, Jesus appunto, che seppur solitario e duro come la pietra è schierato con la Legge  contro ogni ingiustizia.

 Uscito alla fine degli anni settanta per le edizioni Geis, sempre di Renzo Barbieri, consta di 27 apisodi, tra serie regolare e un paio di speciali, ristampata brevemente nel 1990 con nuove cover e il titolo modificato in "Colt", dove si vede evidente il grattare sul lettering per modificare il nome del protagonista.
Si potrebbe fare per questo personaggio lo stesso discorso intrapreso per "Judas", tra pregi e difetti. I cattivoni sono spietati e crudeli, ma nomi a parte non hanno una grandissima profondità e originalità nei piani e nelle caratteristiche, a differenza dei pellerossa, più sfaccettati; a fare la differenza è proprio lui, il biondo capellone Jesus, che ha carattere e una certa dose di carisma: è acrobatico, deciso e duro quanto basta. 
Un fumetto sicuramente da recuperare,  grazie alla sua collana originale, che si può acquisire senza rinunciare a un rene oppure optare per la recentissima ristampa delle Edizioni IF, che come nella loro tradizione stanno ristampando il fumetto due albi alla volta (vedi foto foto dalla mia collezione). Fa tenerezza vedere i crediti di Jesus realizzati a mano, oggi che si usa Phortoshop anche per tirare una riga dritta, testimonianza di un'epoca che non esiste più.
Non un capolavoro in senso stretto, ma di certo erano personaggi studiati e pubblicati per fare presa sul pubblico, senza tanti fronzoli o inutili spiegoni.  
Gli sono affezionato.


domenica 6 febbraio 2022

Libro del giorno: Il Francese.

 

Ultima fatica letteraria di Massimo Carlotto, stavolta con protagonista un macrò. 
Mondadori, 2022.
 
La trama:
Toni Zanchetta, meglio conosciuto come "il Francese"per i suoi modi talvolta raffinati, gestisce una casa di appuntamenti ben avviata.
Tutto crolla però quando Claire, una delle sue protette, scompare nel nulla.  Il Francese è il primo sospettato dalla polizia, visto anche il fatto che nessuno ha speranze di ritrovare viva la ragazza, e lui è stato l'ultimo ad averla vista viva...

Cominciamo dall'aspetto più importante: Carlotto ha il dannato talento di farti piacere reietti, criminali e uomini perlomeno discutibili che dipinge nei suoi libri: sai che sono brutti, sporchi e cattivi, eppure fin dalla prima pagina incominci a fare il tifo per loro e a sperare che la facciano franca.
Zanchetta non è un abietto come Giorgio Pellegrini ("Arrivederci amore, ciao"), eppure fa uno dei mestieri più odiosi, se vogliamo, della terra. Nonostante ciò non puoi detestare il personaggio, anzi. Man mano che il meccanismo procede, speri che in qualche modo ne venga fuori illeso.
Questo è il talento dei grandi scrittori di noir, e indubbiamente Massimo Carlotto è uno dei migliori.
Non ha importanza che l'intreccio funzioni o meno, che vi siano molti colpi di scena o che il tutto regga e funzioni: la qualità principale delle storie dello scrittore padovano sta nell'irresistibile fascino dei personaggi, nelle situazioni veloci e scattanti, nei dialoghi azzeccati. 
Il Francese è una storia dura, viscerale, eppure non si indugia mai nei particolari crudi, non si esagera; equilibrio certamente acquisito in tanti anni di carriera. 
Insomma, Carlotto ha fatto centro un'altra volta, narrando una storia senza pesantezze, senza giri a vuoto e priva di voli pindarici. 
Tranquillamente coniugabile in un film anche questa. 

 
 

domenica 30 gennaio 2022

I fumetti (in ritardo) del venerdì: Zagor contro Hellingen, terrore dal sesto pianeta.

 

Terzo albo per la raccolta di tutte le storie di Zagor che vedono lo Spirito con la Scure affrontare la sua peggior nemesi, il professor Hellingen, che la Sergio Bonelli sta ristampando ion una mini collana da fumetteria, questa tappa racconta le vicissitudini di Zagor sul monte Naatani, dove l'odioso criminale sta addirittura organizzando un'invasione aliena...
 
 La trama! 
Ormai prigioniero delle autorità, Hellingen è rinchiuso da tempo in un isolato forte, dove sta per ricevere la visita del colonnello Perry, vecchio amico di Zagor, che proprio da lui e Cico si farà accompagnare scoprendo non solo che il pazzo è scappato causando una strage, ma che si è alleato con gli akkroniani, alieni che intendono fare prigionieri gli esseri umani per trasportarli sul loro pianeta. 
La lotta sembra impossibile, visto il fatto che questi esseri sembrano immuni alle armi terrestri.
Ma forse c'è un vecchio rimedio...

Diciamolo subito: io non amo particolarmente la fantascienza e non considero Hellingen più di altri villain apparsi sulla collana di Zagor, come il vampiro Rakosi, per esempio; aggiungeteci il fatto che la sceneggiatura di Guido Nolitta sembra procedere a sprazzi, alle volte verbosa e indecisa su che strada prendere, altre spedita e convincente, e i disegni di Gallieno Ferri particolarmente tirati via (tanto che le ultime tavole vennero finite da Franco Bignotti) e avrete quella che a parer mio non è certo la miglior storia del personaggio; importante sì, però, visto che si tratta (se escludiamo una tavola ironica con Zagor che si scontra con Tarzan sulle liane e qualche speciale di Cico), dell'ultima storia scritta da Nolitta per la sua creatura (1980).
 

domenica 23 gennaio 2022

Libro del giorno: Tutto su di me.

 

In occasione della triste pandemia che stiamo vivendo, durante il primo lookdown, il regista, attore e cabarettista Mel Brooks si cimenta in un'ampia autobiografia (più di 500 pagine) arrivata anche in Italia grazie alla Nave di Teseo, che sta pubblicando davvero cose molto interessanti. 
 
Melvin Kaminsky (vero nome di Mel Brooks) scrive un libro assai particolare: si tratta a tutti gli effetti di una rivisitazione della sua carriera (come regista, da attore per altri non rivisita praticamente nulla) che sorvola decisamente sulla vita personale, a parte qualche veloce accenno e un lungo preambolo sulla seconda guerra mondiale cui ha partecipato.
 
Questa scelta non sempre coerente produce comunque un corposo volume: il comico ripercorre gli inizi come scrittore per programmi tv comici, la regia e le produzioni con la sua casa di produzione, sorvolando appunto sulle note personali. L'impressione è di un libro non sempre omogeneo, nel quale il Nostro tiene a far sapere che anche a 95 anni suonati (Mel Brooks è del '26) rimane un istrionico intrattenitore. Non tutti i racconti sono riusciti e a tratti, specie verso la fine, il racconto sembra stancarsi e tirarsi un po' via (a "Dracula morto e contento", di fatto la sua ultima fatica cinematografica, dedica pochissime pagine) riprendendosi quando rivive i giorni del musical "The producers", un successo mondiale.
Forse era lecito aspettarsi qualcosa di più, ma è comunque consigliato a chi ama questo artista ed è interessato prevalentemente alla sua vita pubblica.
Senza dimenticare che rimane un libro scritto da una persona molto anziana. 

domenica 2 gennaio 2022

Su Instagram.


 Amici, da qualche tempo sono sulla piattaforma Instagram, dove posterò materiale leggermente diverso dai soliti post su Facebook.
Per chi volesse può trovarmi qui:
L'unico mio account con questo social è solo quello che mostra il mio ritratto, realizzato da Fatih Matto, che vedete sotto (in bianco e nero).
Ne approfitto per comunicare che il vecchio blog, "La penultima matita", non è più attivo da oggi.
Grazie a tutti!
Francesco. 


sabato 1 gennaio 2022

I fumetti del venerdì: "Zagor. Supermike!"

 

Uscito nel 1975 per gli albi Zenith, che propongono mensilmente le vicende dello Spirito con la Scure per la Sergio Bonelli Editore (rispettivamente gli albi originali si intitolavano L'avventuriero, Zagor contro Supermike e La settima sfida), la casa editrice milanese ripropone questa classica storia di Zagor in una strenna da collezione, ormai abituale per i suoi lettori.

La trama!
Durante un viaggio in diligenza, Zagor e Cico si imbattono in uno strano tipo, Mike Gordon, arrivato dalla città e in grado di riuscire perfettamente in ogni attività decida di cimentarsi, suscitando immediatamente le antipatie del Re di Darkwood: lo scontro non tarda ad arrivare, e una volta umiliato da Zagor, Mike Gordon, ormai divenuto "Supermike", una sorta di antitesi all'eroe di rosso vestito, si mette in testa di spodestarlo da Darkwood per vendicarsi. 
Ne vedremo delle belle.  

Entrata di diritto nella cosiddetta "Golden age zagoriana", periodo irripetibile nel quale Guido Nolitta sforna una storia migliore dell'altra, in pieno seventies, questa vicenda mostra una prima parte strepitosa, con disegni perfetti di Ferri, che formava con Nolitta una delle migliori coppie "a fumetti" di sempre, raccontando un viaggio che più western non si può, il quale giunge con la lentezza magnifica dello sceneggiatore a conoscere questo giovanotto dai capelli impossibili e l'antipatia innata (in un'intervista proprio Bonelli ammise di preferire però Supermike persino a Zagor, in fatto di simpatia, e noi ci permettiamo di stupirci appieno) fino a giungere a una seconda parte totalmente diversa, dove l'amore per i comics americani prende il sopravvento, divenendo improbabile e irreale, ma non è tanto interessante quello che ci viene raccontato, bensì come: un po' quel che accade coi raccontatori di barzellette. Se si è bravi, pure una freddura sciocca può far ridere.
Forse non è quel capolavoro che molti zagoriani ritengono che sia, ma una delle più godibili avventure del nostro senz'altro. 
Curioso che in questi volumi cartonati la Bonelli abbia deciso di mutare i titoli originari: non più "Zagor contro il vampiro" o "contro Supermike" ma tagliati, più semplici. 
Chissà perché.
Da notare che il cognome "Gordon" era stato utilizzato come pseudonimo da Zagor per celare la sua identità ad Albert Parkman, capo spedizione nella storia contro il vampiro, uscita pochi anni prima. 
Da evitare come la peste il sequel di questa storia, scritta da Alfredo Castelli e data alle stampe nel 1984.