Insomma dopo (sì, lo so: non bisognerebbe mai iniziare una frase con una locuzione) le non esaltanti esperienze al Romics e al Napoli Comicon, si torna dall’ARF! con la piacevole sensazione di aver partecipato, finalmente, a un manifestazione di fumetto fatta da gente del fumetto che ama il fumetto.
Vi pare poco?
Altrove a organizzare questi eventi sono (quando ti va bene) professionisti che si occupano di tutt’altro, talvolta senza nemmeno sapere bene chi sia l’ospite che hanno invitato, se va male a occuparsene sono solo biechi opportunisti.
All’ARF! ci si va senza stress. Poco ho da dire sull’edizione dello scorso anno (bruttina assai), che era reduce dalla pandemia e quindi per questo va contestualizzata, ma quest’anno gli ospiti sono (mentre scrivo la kermesse è ancora aperta) all’altezza, le mostre eccellenti, le poche file gestibilissime, Testaccio si raggiunge facilmente con ogni mezzo pubblico e incontrare un sacco di amici è sempre un gran piacere! Edym, Valerio Piccioni, Maurizio Di Vincenzo, Mirko Perniola, Fabio Mantovani, Matteo Marino, per tacere dei miei compagni di viaggio Nicola Spectrum e Gaia Apicella; qui finalmente si parla di fumetto.
Tutto perfetto, dunque? Niente affatto. Qualcosina manca ancora per essere una fiera che intenda porsi come leader: inaccettabile che vi siano due sole fumetterie a vendere, per esempio, e la mancanza ormai cronica di grossi editori a Roma, ma la strada per compiere il definitivo salto di qualità a mio avviso non è lontanissima.
Coraggio, dunque, se ho deciso che non parteciperò più al Napoli Comicon e al Romics vedremo, di certo continuerò a sostenere l’ARF! Festival di Roma.
Lunga vita al fumetto, dunque, e invece di lamentarci sempre della crisi e dell’abbandono dei giovani alla lettura, concentriamoci sulla qualità delle storie mandate in edicola e libreria e dell’agibilità delle fiere che essi frequentano con enormi sacrifici.
Il resto verrà da sé.
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