Massimo Carlotto è, a mio avviso, uno dei migliori scrittori contemporanei che abbiamo in Italia.
"Arrivederci amore, ciao" ne è la conferma, visto che si tratta indubbiamente di un gran bel libro.
Si fa fatica a leggerlo, non una fatica visiva (lo si divora in un paio di sedute) bensì letteraria, di stomaco: il suo protagonista, Giorgio Pellegrini, è una delle più sporche carogne che abbiamo mai partorito, insieme al Giulio Sacchi di Milian / Lenzi del filmone "Milano odia, la polizia non può sparare". Superato l'impatto con un simile criminale, esce tutto il resto di quel che il libro può dare, e non è poco. Ci si sente quasi sporchi nel seguire le nere vicende dell'ex terrorista rosso, risulta scioccante la scena dello stupro (sapientemente tenuto fuori campo da Carlotto) perpetrato dai kosovari ai danni dell'anarchica Francisca.
Un romanzo per stomaci forti, sicuramente si eccede un pochino nel sesso e nella violenza, ma ciò che fa maggiormente accapponare la pelle è il fatto che nessuno dei personaggi in campo risulti poco credibile se paragonato con certi figuri nostrani.
Tutt'altro.
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