All'alba del 1973, la Bonelli (allora Editoriale Cepim), manda in edicola un caposaldo del fumetto italiano: "Zagor, libertà o morte", scritto da Guido Nolitta e disegnato da Franco Donatelli.
La trama!
Zagor e Cico incontrano nuovamente i seminoles di Manetola, che per sfuggire alla persecuzione dei bianchi, decidono di trasferirsi in un'isola dove, in teoria, potrebbero vivere in pace.
Il capitano della nave che deve portarli, però, è una carogna al servizio degli inglesi e finisce per vendere tutti gli occupanti. Sfuggito alla cattura dopo aver viaggiato con i fieri indiani, Zagor decide di vendicarsi.
Non so perché la Bonelli ristampi in brossurato o cartonato solamente le storie disegnate da Gallieno Ferri. Se c'è un'avventura degna di essere letta migliaia di volte, è questa: l'epicità del finale, con un dramma commovente e disperato, i tanti colpi di scena che mutano continuamente le carte in tavola, uno Zagor raramente così fiero e indomabile.
Un capolavoro del fumetto, che dico italiano, tutto.
Amici che mi seguono.
venerdì 31 gennaio 2020
giovedì 30 gennaio 2020
mercoledì 29 gennaio 2020
L'occhio del cinema: 2 - Headed shark attack.
Diciamo la verità: sono da sempre un aspro avversario della CGI che si trova oggi in quasi tutti i film, talvolta a un livello così basso di tecnologia da renderla ripugnante.
Però anche la roba della Asylum qualche volta casereccia lascia a desiderare, come nel caso in oggetto: “2 - Headed shark attack" di Christopher Ray e Nico De Leon".
Tuttavia, se amate ragazze in bikini che gridano e fanno smorfie senza senso (tra cui la figlia di "Hulk" Hogan) tentando di recitare questo è il film che fa per voi.
Io vi ho avvertiti.
Però anche la roba della Asylum qualche volta casereccia lascia a desiderare, come nel caso in oggetto: “2 - Headed shark attack" di Christopher Ray e Nico De Leon".
Tuttavia, se amate ragazze in bikini che gridano e fanno smorfie senza senso (tra cui la figlia di "Hulk" Hogan) tentando di recitare questo è il film che fa per voi.
Io vi ho avvertiti.
martedì 28 gennaio 2020
Libro del giorno: Rosemary's baby.
Altro libro magnifico scritto da Ira Levin nel 1967, che per tematiche e allusioni era davvero avanti anni luce a tutti gli altri.
La trama:
freschi sposi, Rosemary (incinta) e Guy si trasferiscono in un inquietante condominio che sembra abitato solo da persone anziane; ben presto la ragazza cade preda di incubi e visioni, fino a rendersi conto che, forse, chi gli sta accanto sta tramando contro di lei e il nascituro, per la più diabolica delle ragioni.
Ancora una volta Levin ti incolla alla poltrona fino a che non hai portato a termine la lettura; nuovamente non si perde in sterili spiegazioni o in inutili lungaggini: dritto allo scopo, senza sterzare mai. Il risultato è un horror raffinato, claustrofobico, durante il quale ti senti sempre più vicino a Rosemary e al suo incubo crescente, fino al magnifico finale, che esplode in tutto il suo orrore. Un colpo durissimo per il mondo di quegli anni, per nulla abituato a trame di questo tipo.
Nel 1968 Roman Polansky ne trae un notevole film con Mia Farrow e John Cassavetes che, purtroppo, a differenza del romanzo non osa più di tanto nel finale.
Da leggere e rileggere.
La trama:
freschi sposi, Rosemary (incinta) e Guy si trasferiscono in un inquietante condominio che sembra abitato solo da persone anziane; ben presto la ragazza cade preda di incubi e visioni, fino a rendersi conto che, forse, chi gli sta accanto sta tramando contro di lei e il nascituro, per la più diabolica delle ragioni.
Ancora una volta Levin ti incolla alla poltrona fino a che non hai portato a termine la lettura; nuovamente non si perde in sterili spiegazioni o in inutili lungaggini: dritto allo scopo, senza sterzare mai. Il risultato è un horror raffinato, claustrofobico, durante il quale ti senti sempre più vicino a Rosemary e al suo incubo crescente, fino al magnifico finale, che esplode in tutto il suo orrore. Un colpo durissimo per il mondo di quegli anni, per nulla abituato a trame di questo tipo.
Nel 1968 Roman Polansky ne trae un notevole film con Mia Farrow e John Cassavetes che, purtroppo, a differenza del romanzo non osa più di tanto nel finale.
Da leggere e rileggere.
lunedì 27 gennaio 2020
La ragazza del lunedì: Naga.
Oggi in compagnia di Naga, una delle eroine più bizzarre (e meno riuscite) della vasta bibliografia targata Edifumetto. Uscita nel 1975 per 3 anni (solo una trentina di numeri, pochi per l'epoca) narra le avventure come al solito scollacciate di una duchessa, accompagnata da Yul, un servitore simil Yul Brinner.
domenica 26 gennaio 2020
Museo Fran: Alessio Fortunato.
Bellissimo omaggio fatto dal disegnatore pugliese Alessio Fortunato ("Dampyr") a Leone Frollo e alla sua indimenticabile "Biancaneve" sexy.
(Dalla mia collezione)
(Dalla mia collezione)
sabato 25 gennaio 2020
Al tavolo da lavoro di... Ajime Sorayama.
Uno dei più famosi illustratori giapponesi e, da tempo, mondiali: se vi piacciono ragazze androidi e tecniche iper realistiche Sorayama è ciò che fa per voi!
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